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294 Sonetti del 1835

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L'AVARO

2.

  Quer vecchio che vvenneva[1] ar zor Balestra
Le mmànnole dell’ossi de li frutti
Pe’ ccrompacce[2] li stinchi de presciutti
Da fà er brodo a un baiocco de minestra,

  Ha llassato morenno[3] una canestra
De zecchini, pesati e ggiusti tutti,
Acciò er fijjo li sporveri[4] e li bbutti
A bbèr commido[5] suo da la finestra.

  Lui defatti in teatri, in pupe,[6] in gioco,
In leggni, in mode, in viàggi, e in maggnà e bbeve[7]
N’ha sfranti[8] ggià che jje ne resta poco.

  La fine poi la sentirete in breve;
Perché cquello è ggruggnetto[9] de dà ffoco
Inzinenta[10] a li pozzi de la neve.

21 settembre 1835

  1. Vendeva.
  2. Per comperarci.
  3. Lasciato morendo.
  4. Li spolveri: li dissipi.
  5. A bel comodo.
  6. In femmine. [Ma, propriamente, pupa vale “bambina„ e “bambola.„]
  7. E bere.
  8. N’ha dispersi.
  9. È persona capace. [È muso.]
  10. [Insino], Sino.
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