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304 Sonetti del 1835

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UN PAVOLO BBUTTATO

  Che tteatri! Accidenti a sta puttana
D’Argentinaccia e cquanno se sprofonna.[1]
Stà[2] ssur un banco una nottata sana[3]
Pe’ ggòdese[4] le furie d’una donna!

  Io, sentenno quer nome de Ggismonna[5]
Sur bullettone a Pporta settiggnana[6]
La pijjai, com’è vvero la Madonna,
Pe’ la sora Ggismonna la mammana.[7]

  C’avevo da sapé cche sse trattassi[8]
De sti mortòri e tutte ste magaggne
De li secoli arti e dde li bbassi?

  Lo fo ddiscìde[9] a vvoi, lo fo ddiscìde.
Che! A la commedia sce se va ppe’ ppiaggne?[10]
A la commedia sce se va ppe’ rride.[11]

19 settembre 1835

  1. Quando si sprofonda.
  2. Stare.
  3. Intiera.
  4. Per godensi.
  5. Gismonda di Mendrisio: tragedia di Silvio Pellico.
  6. Porta Settimiana.
  7. Lucia Gismondi, detta Gismonda, notissima ostetrica di Roma.
  8. Si trattasse.
  9. Decidere.
  10. Ci si va per piangere?
  11. Per ridere.
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