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Sonetti del 1834 23

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L'IMMAGGINE E SSIMILITUDINE

  Tutti a immaggine sua?! Fra Sperandio,
avétesce[1] un po’ ffremma, io ve la sfravolo.[2]
Me lo vienissi a ddì ppuro[3] San Pavolo,
je darìa[4] der cazzaccio a ggenio mio.

  Sicconno[5] voi, ar conto che ffacc’io,
vieressimo[6] a sti termini der cavolo
che inzino, attent’a mmé, cche inzino er diavolo
sii stato fatto a immaggine de Ddio.

  Eh cche vvòi[7] Santi Padri e Ssante Madre!
Ste sorte de resìe,[8] frate mio caro,
sò rresìe puro in bocca a un Zanto Padre.

  Si[9] Iddio se presentassi co’ l’immaggine
c’ha ddato a un ortolano o a un cicoriaro,
me parerebbe er Dio de la bburraggine.

8 dicembre 1834

  1. Abbiateci.
  2. Ve la sciorino giù: ve la canto.
  3. Me lo venisse a dire pure.
  4. Gli darei.
  5. Secondo.
  6. Verremmo.
  7. Che vuoi.
  8. Eresie.
  9. Se.
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