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Sonetti del 1835 333

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ER LEGATOR DE LIBBRI

  Arïeccheme[1] cqua, ssor Bonifazzi.
Viengo a ddivve[2] pe’ pparte der padrone
Si jj’avete[3] legato er cammerone[4]
E cquelle bbrozzodìe[5] de li regazzi.

  E ddisce ch’ecco cqui st’antri[6] du’ mazzi
De libbri c’ha ppijjato a la lauzzione[7]
Pe’ ffacce[8] un po’ de legature bbone
Da risiste[9] a ’ggni sorte de strapazzi.

  E disce poi che ssenza tante sciarle
Je l’incollate cór lume de Rocco[10]
Acciò nun ze[11] li maggnino le tarle.

  E ddisce pulizzia e ccose leste,
Sinnò artrimenti nun ve dà un bajocco.
E cco cquesto salute e bbone feste.

27 settembre 1835

  1. Eccomi di nuovo.
  2. Vengo a dirvi.
  3. Se gli avete.
  4. Il decamerone.
  5. Prosodie.
  6. Questi altri.
  7. All’auzione.
  8. Per farci.
  9. Da resistere.
  10. Coll’allume di rocca.
  11. Non se.
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