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334 Sonetti del 1835

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ER CAMPO

  E ar campo, e ar campo, e ssempre co’ sto campo
Tutti quanti li santi ggiuveddì!
Nun zai che ar campo dar campà ar morì,
Sscemunito che ssei, ce corre un lampo?

  Dichi che le pavure io me le stampo?
Bbe’, mme le stampo, me le stampo, sì;
Ma ssi[1] un giuvenco te dà addosso, di’,
Chi tte difenne? indove trovi un scampo?

  Cosa te servirà ttanta ruganza,
Si[2] una vaccina co’ cquer par de penne
Te viè a scrive[3] una lettra[4] ne la panza?

  Da’ rretta a le parole de le vecchie.
Sentisse[5] attorno quelle du’ faccenne,[6]
Fijjo, sò[7] bbrutte purce[8] in ne l’orecchie.

27 settembre 1835

  1. Se.
  2. Se.
  3. Ti viene a scrivere.
  4. Lettera.
  5. Sentirsi.
  6. Quelle due faccende, que’ due ordigni: le corna insomma.
  7. Sono.
  8. Pulci.
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