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Sonetti del 1835 349

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L'ÀRBERUM[1]

  “A la grazzia, sor Meo. Dove se[2] va?„
“A l’uffizzio dell’àrberum.„ “De che?„
“Dell’àrberum.„ “E st’àrbero ch’edè?„[3]
“È un coso che sse stampa in du’ mità.„[4]

  “E cche cc’è ddrento?„ “Un po’ de sciarle, e ttre
Ddiseggni.„ “E cche ddiseggni?„ “Antichità,
Papi, animali, pezzi de scittà,
Fori, cchiese, osterie, pupazzi,[5] re....„

  “E cc’è ttutta sta robba?„ “Siggnor zì.„
“E cquann’essce?„ “Oggni sabbito ar Gesù.„[6]
“Chi lo fa?„ “Questo poi nu lo so ddì.„

  “E cquanto costa?„ “Un grosso.„ “Dichi tù.„[7]
“Da cristiano.„ “Oh cche ccosa ho da sentì!
Un grosso un papa!.„ “E ccalerà de ppiù.„

4 ottobre 1835

  1. L’Album, giornale ebdomadario che si stampa in Roma, imitando e in parte ricopiando il Magasin pittoresque di Parigi ed altri consimili fogli periodici.
  2. Si.
  3. Che è.
  4. In due metà: in due colonne.
  5. Statue, o simili simulacri.
  6. In via del Gesù.
  7. Cioè: non ci credo; vuoi farmela bere. ecc.
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