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350 Sonetti del 1835

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CHECCHINA[1] APPICCICARELLA[2]

  Dìteme, è vvero o nnò, ssora Checchina,
Quer c’ho ttranteso pe’ cciarabbottana,[3]
Che vvolete da mé una canzoncina
Sur gusto d’un zonetto a la romana?

  Fijja, e ssippuro[4] sto una sittimana
Penzanno inzin’a ssabbito a mmatina,
Che vvolete che ffacci?[5] Una funtana
Acqua ve la pò ddà, mma nnò ffarina.

  Voi co’ cquer par d’occhietti da Serena,[6]
Che ssò vvaga[7] de pepe, oggni perzona
V’immagginate de mettélla[8] in vena.

  Ma io, prima che abbi la furtuna
De cantà in povesia, la mi’ canzona
Ha da ssceggne[9] dar monno de la luna.

4 ottobre 1835

  1. Francesca.
  2. Facilmente affezionabile e gentilmente accarezzatrice.
  3. Ho trainteso per cerbottana.
  4. E seppure.
  5. Che faccia.
  6. Pronunziato con entrambe le e strette.
  7. Sono grani.
  8. Di metterla.
  9. Scendere.
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