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360 Sonetti del 1835

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L'ENTRÓNE[1] DER TEATRO

  Er ber zentì[2] è la folla de paìni,[3]
Quanno ch’essce la folla da la Valle.[4]
“Chi è cquella?.„ “Bbenemio,[5] cche ppar de spalle!
Guarda sta vecchia come spaccia inchini!.„

  “Ecco ecco er novo duca Sceserini.[6]
Chi appoggia?.„ “Ohé, vve piasce quelo sscialle?
Ggià mme capite....„ “Oh ddio quanto sò ggialle
Ste regazze!... E pperchè? Nu l’indovini?.„

  “La Contessa stasera sta in brillanti.„
“Di’ ffonni de bbicchieri.„ “Uh, vvedi vedi:
Passa la scuffiarina. E mmamma avanti!.„

  E intanto che ss’aspetta la carrozza,
Tra er gioco de le mane e de li piedi
La Compaggnia de San Martino[7] abbozza.[8]

10 ottobre 1835

  1. L’androne.
  2. Il bel sentire: il bello udire.
  3. Giovani alla moda.
  4. Teatro di Roma.
  5. Esclamazione di piacere e di desiderio.
  6. Vedi il Son...
  7. Messieurs les cocus.
  8. Usa prudenza e soffre.
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