< Pagina:Sonetti romaneschi IV.djvu
Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta.

Sonetti del 1835 369

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sonetti romaneschi IV.djvu{{padleft:379|3|0]]

LA MATTA CHE NUN È MMATTA[1]

  Jerzéra Amalia[2] in ne la parte d’Anna
Me mannò ttanto la corata[3] in giro,
Che mme fasceva ritené er respiro,
Me fasceva tremà ccome una canna.

  Che ddiavola de donna! A un zu’ sospiro
V’intontite,[4] la vista ve s’appanna,
Paréte un reo c’aspetta la condanna,
Un omo che jje dichino: te tiro.

  Che ne so! sse[5] fa bbianca, se fa rrossa,
Muta finosomìa, càmmia[6] la vosce,
Diventa fina fina, grossa grossa...

  Cosa, inzomma, da vénnese in galerra:[7]
Cosa da fasse[8] er zeggno de la crosce,
E ssalutalla co’ un ginocchio a tterra.

27 ottobre 1835

  1. Elle est folle: dramma di Melesville, tradotto da Gattinelli figlio.
  2. La prima attrice della compagnia Mascherpa, signora Amalia Bettini, nella parte di lady Anna Harleigh.
  3. Le viscere.
  4. Vi instupidite.
  5. Si.
  6. Cambia.
  7. Vendersi.
  8. Farsi.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.