< Pagina:Sonetti romaneschi IV.djvu
Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
28 | Sonetti del 1834 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sonetti romaneschi IV.djvu{{padleft:38|3|0]]
LI MONNI.
Che tt’impicci Fra Elia?! Tutti li grobbi[1]
che stanno sparzi pe’ li sette sceli[2]
sce se[3] troveno ebbrei, turchi e ffedeli
come in ner nostro? Miserere nobbi!
Tu mme dichi una cosa che mme ggeli.
Vedi quanti Abbacucchi, quanti Ggiobbi,
quanti Santi Re Ddàvidi e Ggiacobbi,
e quanti Merdocchei, Caini e Abbeli!
Vedi quant’antre[4] vecchie co’ l’occhiali!
quant’antri cappuccini co’ le sporte!
e cquant’antri peccati origginali!
Cristo! quant’antri re! quant’antre Corte!
freggna! quant’antri Papi e Ccardinali!
cazzo! quant’antre incarnazzione e mmorte![5]
9 dicembre 1834
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.