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Sonetti del 1835 | 383 |
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LA LETTRÍCIA[1]
S’io fussi[2] Re, ss’io fussi Imperatore,
S’io fussi Papa, vorìa fa[3] una lègge,[4]
C’a la commedia indove quella legge[5]
Nun ciavessi d’annà[6] cchi avessi[7] er core.
Disce: correggi. E ccosa vòi corregge,[8]
Si[9] è ttutto quanto un zacco[10] de dolore?
Sangozzi,[11] piaggnistèi, smanie, furore...
Nun ce s’arregge,[12] via, nun ce s’arregge.
Ma la commedia nun zarebbe ggnente:
Er peggio male[13] è cquela prima donna,[14]
C’òpre bbocca e mmorite d’accidente.
È ttanta strazziavisscera[15] costei,
Ch’io me la pijjerebbe con zu’ nonna[16]
C’ha ffatto la su’ madre pe’ ffà llei.[17]
12 novembre 1835
- ↑ La Lettrice, dramma francese ridotto pel teatro italiano da Giacomo Ferretti.
- ↑ S’io fossi.
- ↑ Vorrei fare.
- ↑ Il nome legge è dal volgo pronunciato con entrambe le e larghe.
- ↑ Dove colei legge.
- ↑ Non ci avesse da andare.
- ↑ Chi avesse.
- ↑ Vuoi correggere.
- ↑ Se.
- ↑ Sacco.
- ↑ Singhiozzi.
- ↑ Non ci si regge.
- ↑ Il peggior male.
- ↑ Amalia Bettini.
- ↑ È tanto straziaviscere.
- ↑ Con sua nonna.
- ↑ Per far lei.
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