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384 Sonetti del 1835

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SEMO DA CAPO

  Currete, donne mie; currete, donne,
A ssentì la gran nova c’hanno detto:
C’a la Pedacchia, ar Monte, e accant’a gghetto
Arïoprono l’occhi le Madonne.[1]

  La prima nun ze sa,[2] ma jj’arisponne
Quella puro de Bborgo e dde l’Archetto.
Dunque dateve, donne, un zercio[3] in petto,
E ccominciate a ddì ccrielleisonne.

  Oh ddio: che ssarà mmai st’arïuperta[4]
Doppo trentasei anni e mmesi d’ozzio?
Bbattajje, caristie, rovina scerta.[5]

  Se troveno[6] però ccert’indiscreti
Che vvanno a bbisbijjà che sto negozzio
È un antro bbutteghino[7] de li preti.

17 novembre 1835

  1. Già nel tempo della repubblica francese in Roma fu creduto da infiniti fanatici di vedere le Madonne delle pubbliche vie aprir gli occhi, girarli, e versar lagrime. Nel 1835, avvicinandosi il colera al nostro Stato, alcuni o creduli o impostori cominciarono a sparger voce della rinnovazione di un tanto miracolo.
  2. Non si sa.
  3. Un selce.
  4. Questo riaprimento.
  5. Rovina certa.
  6. Si trovano.
  7. È un altro mezzo di traffico.
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