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Sonetti del 1835 385

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LA MANO REGGIA.[1]

  Avanzanno[2] la Cammera[3] una bballa
De quadrini da un Duca trappolaro
Je spidì[4] ttre ccurzori cór un paro
De schertri[5] in scuderia pe’ ppiggnoralla.

  Entrò infatti er zinèdrio in ne la stalla,
E azzecca un po’ cche cce trovò? Un notaro,
Che svitato er zu’ bbravo calamaro
J’incartò[6] una protesta calla calla,

  Privileggi, arme, titoli, patente!,...
Inzomma li tre ppoveri curzori
Ciànno[7] perzo l’impiego alegramente.

  Ecco er Governo der Zagro Colleggio!
Quanno sce so’[8] de mezzo li siggnori,[9]
Tradillo è mmale e nnun tradillo è ppeggio.

20 novembre 1835

  1. [V. il sonetto con lo stesso titolo, 13 magg. 35.]
  2. Avanzando.
  3. [La Reverenda Camera Apostolica: il Ministero delle Finanze.]
  4. Gli spedì.
  5. Carabinieri. Vedi la nota... [3] del sonetto... [Chi ha ffatto, 17 gen. 33].
  6. [Gli mise in carta, gli stese.]
  7. Ci hanno.
  8. Ci sono.
  9. [Cfr. la nota 8 del sonetto: La scianchetta ecc., 27 agosto 35.]
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