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434 Sonetti del 1836

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ER ZEGRÉTO

  Ner fà a l’amore un goccio de segreto
Quanto è ggustoso nun potete crede.[1]
Più assai der testamento pe’ un erede,
Più assai de li piselli co’ l’aneto.

  Fàsse l’occhietto,[2] stuzzicasse[3] er piede,
Toccasse[4] la manina pe’ ddereto,[5]
Spasseggià ppe’ li tetti e pp’er canneto
Mentre er prossimo tuo sta in bona fede;

  Dasse[6] li rigaletti a la sordina,[7]
Annà scarzi[8] e a ttastone a mmezza notte
Eppoi fàcce l’indiani la matina...

  Io vorìa chiede[9] a le perzone dotte
Per che mmotivo quer passa-e-ccammina
E cquele furberie sò accusì jjotte.[10]

30 marzo 1836

  1. Credere.
  2. Farsi l’occhiolino.
  3. Stuzzicarsi.
  4. Toccarsi.
  5. Per di dietro.
  6. Darsi.
  7. Di soppiatto.
  8. Andare scalzi.
  9. Io vorrei chiedere.
  10. Sono così ghiotte.
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