< Pagina:Sonetti romaneschi IV.djvu
Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
Sonetti del 1834 | 51 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sonetti romaneschi IV.djvu{{padleft:61|3|0]]
LE MINENZE
Che vvò ddì[1] una Minenza, sor Vitale?
Vò ddì un mucchio de sassi, un montarozzo:
Vò ddì una torre, una cuppola, un bozzo,[2]
Un campanile, o un’antra[3] cosa uguale.
Ma ssiggnifica puro[4] un Cardinale.
E allora che vvò ddì? Una panza, un gozzo,
Una marrana, una cantina, un pozzo,
Un bùscio[5] de cassetta o dd’urinale.
Dunque è mmatta la ggente che sse[6] penza
Che un Cardinale sii un omo granne
Perchè pporta quer nome de Minenza.
Nun zempre è pporco quer che mmaggna jjanne;[7]
E, cco llòro bbonissima liscenza,
L’omo, per dio, nun ze[8] misura a ccanne.
25 dicembre 1834
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.