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Sonetti del 1835 | 69 |
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LI MARITI
Dio la sa llonga, amico, e cquanno venne
A ppiantà nne la Cchiesa er zagramento
Der madrimonio, cianniscóse[1] drento
Una prova de quanto se n’intenne.[2]
Appena hai detto: Padre sì,[3] ar momento
Te cascheno sull’occhi tante bbenne,
C’hanno poi tempo in testa a spuntà ppenne:[4]
Ammojjato che ssei, dormi contento.
Simpriscian,o er marito de Pressede,
GgnissunoFonte/commento: Sonetti romaneschi/Correzioni e Aggiunte pò nnegà cch’è un omo asperto;
Eppuro, eccolo lì, sta in bona fede.
Capisco, lei lo bbuggera[5] ar cuperto:
Lo so, ddisce er proverbio: Occhi nun vede,
Core nun dole; ma ccornuto è ccerto.
10 gennaio 1835
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