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138 Sonetti del 1838

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L'ASPÈTTITO[1] DE LA GGIUSTIZZIA

1.

  Cos’è ll’omo! Ma eh? Cquanno se[2] disce!
Ammanettato fra li preti e ’r boja,
Avé ccorata[3] quela cara ggioja,
De maggnà vvermiscelli co l’alisce![4]

  Sta ppe’ scallasse er culo a la scinisce[5]
De l’infernaccio e ttiè cquer po’ de foja
De bbiastimà, ffijjaccio de ’na troja,
La Madonna co’ ttutta la cornisce!

  Dà ccapocciate[6]... sputa in faccia a Ppiatti,...[7]
Che ppoi, in fin de fine, è un monziggnore,[8]
Che mmanco er Papa j’userìa sti tratti.

  Làsselo scrapiccià; cché appena more,
Ce troverà llaggiù ggastiga-matti,
Che nnun ce se fa un c.... er bell’umore.[9]

24 gennaio 1838

  1. L’aspettazione.
  2. Si.
  3. Aver coraggio.
  4. Giuseppe Venturini, omicida, decapitato impenitente il 24 gennaio 1838. [Il boia Bugatti, nelle sue Annotazioni (V. la nota 8 del sonetto: Una bella mancia, 24 genn. 88), dice il 23. Ma si vede che soffriva di distrazioni, perchè il Chigi nel cit. Diario ha il 24, come il Belli, e aggiunge che l’ostinata impenitenza del Venturini “fece protrarre l’esecuzione fino alle 22 ore italiane.„) Volle mangiare lautamente. [Alisce: alici, acciughe.]
  5. Sta per riscaldarsi ecc. Cinigia: ma qui più propriamente, nel senso in cui tolgono i Romani questa parola, s’intende “gli avanzi triti del carbone.„ [V. però la nota 7 del sonetto: Le commediole, 2 magg. 37.]
  6. [Capate.]
  7. Uno degli ecclesiastici che tentarono invano di persuaderlo a morire cristianamente.
  8. Un monsignore così per bene ecc.]
  9. Col quale non si fa, ecc.
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