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Sonetti del 1844 217

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ER PAPA A SSAN PIETRO

1.

  Jeri er Papa fasceva, sor Chiappini,
La su’ visita ar Zanto Sagramento,[1]
E sse ne stava llì ttutto contento
Tramezz’a cquela frega[2] de cusscini,

  Ma ggià da un’ora sce covava drento,
E cquelli sganganati[3] papalini
Se storceveno, come bburattini
Quann’er ferretto j’è un po’ ttroppo sscénto.[4]

  Arfine er Monziggnor Cirimoggnére[5]
Se fesce apposta sscivolà l’uffizzio
Da puttanone vecchio der mistiere.

  E er Papa? Sartò ssù, ppijjò l’abbriva,[6]
E sse n’aggnéde[7] a ccasa a ppriscipizzio.
Azzeccàtesce un po’? Bbravo: dormiva.


5 dicembre 1844

  1. [Nella magnifica cappella che si chiama appunto del Sacramento.]
  2. [A quella gran quantità.]
  3. [Sgangherati.]
  4. [Sceso.]
  5. [Cerimoniere.]
  6. [Pigliò l’abbrivo.]
  7. [Se n’andò.]
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