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Sonetti del 1845 | 291 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sonetti romaneschi V.djvu{{padleft:301|3|0]]t’Angelo.] 2 [Cioè: "Dove, in certi casi, si può star più sicuri.„] 3 [Gli venisse l'estro.] 4 4 [Noto gioco fanciullesco, che anche a Firenze si chiama nasconderello o nasconderella, benchè manchi ai vocabolari, compreso il Rigutini-Fanfani, il quale dà invece per fiorentino il pistoiese rimpiattino, e così ha tratto in errore anche me nella nota 5 del sonetto: Er copre-e-scopre, 29 marzo 34.] 5 5 [Scherza, al solito, sulla riputazione di gran bevitore e di gran mangiatore, che godeva Gregorio XVI.] 6 Benedizioni.
LI SORDATI
Dico: “Facci de ggrazia, sor don Zisto,
Lei che ste cose deve avelle intese:
Quanno stava quaggiù, trall’antre spese
Manteneva sordati Ggesucristo?
Perché,„ ddico, “lei sa cch’er monno tristo
Critica er zu’ Vicario a sto paese,
Che a ccasa e ppe’ le strade e in ne le cchiese
Senza sordateria nun z’è mmai visto.„
“Fijjo„, disce; “voi séte un iggnorante,
E nun zapete come li peccati
Hanno fatto la cchiesa militante.[1]
Pe’ cquesto ir[2] Papa ha li sordati sui;
E ssi[2] Ccristo teneva li sordati
Sarebbe stato mejjo anche pe’ llui.„
25 dicembre 1845