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322 Sonetti del 1846

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sonetti romaneschi V.djvu{{padleft:332|3|0]]a imitazione di quella che fece Cristo agli Apostoli. Cfr. anche la nota 1 del sonetto precedente.] *      7 Mangia, mangia: ingolla, ingolla.

ER CARDINALE BBONO

  Eh ggiusto! bbono lui?! Cristo! è un’arpia,
Che nun zai com’arrèggesce,[1] nun zai!
Sto Cardinale è bbono! eh indove mai![2]
T’hanno detto una gran cojjoneria.

  E ssi ha ddato la dota a Nnastasia,
Ar perchè jje l’ha ddata nun ce dài?[3]
Je l’ha ddata perchè cc’ereno guai!
Bbazzicotti forzati,[4] Aghita mia.

  Però nnun dico che ssii mejjo o ppeggio
O cche ffacci ppiù o mmeno marachelle[5]
De tutt’er resto der Zagro Colleggio.

  Abbast’a vvede[6] come va la piazza.
Sò ttutti lupi de l’istessa pelle:
Ammazz’ammazza sò ttutt’una razza.

9 aprile 1846

  1. Come reggerei, resisterei.
  2. Mai più simili cose.
  3. Non ci dài dentro, non ne penetri il motivo?
  4. Necessità.
  5. Azioni furbesche, indecorose, fraudolente.
  6. Basta a vedere.
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