< Pagina:Sonetti romaneschi V.djvu
Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta.

Sonetti del 1846 341

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sonetti romaneschi V.djvu{{padleft:351|3|0]]

LA VÉNNITA DER CARDINALE MORTO

  Quela ggente affollata in quer cortile
Ce sta perchè cce vénneno[1] a l’incanto
Scudaria, guardarobba e ttutto-quanto
Der Cardinale che mmorì st’aprile.

  Li nipotucci sui, com’è lo stile
De sti siggnori, doppo avello pianto
Pe’ cquattro o ccinque ggiorni e mmanco tanto,
S’acquietorno cór zon der campanile.

  E mmó li vedi a bbastonà[2] ccavalli,
Quadri, carrozza, càlisci, pianete,
Mobbili, bbiancheria, cocci e ccristalli.

  Questo nun ze vedeva a ttempi mii,
Che cquela robba c’ha sservito a un prete
Finischi ne le man de li ggiudii.

8 maggio 1846

  1. Ci vendono.
  2. Vendere a macca.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.