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34 Sonetti del 1837

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LA COMMARE

  Indove? Ah sta commare, sta commare!...
Giudizzio, veh! bbadamo a nnoi, sor coso,
Perchè ccommare è un c ppiricoloso,
E ppò ssuccede[1] quarche bbrutt’affare.

  Ggià cco ttutte ste visite, me pare
De vede storce e mmasticà[2] lo sposo;[3]
E nun vorrìa,[4] si[5] ddiventa ggeloso,
Che cciannàssi[6] per aria er zor compare.

  Lanzi bbalordi:[7] se pò èsse[8] amico
Senza tanti ronneggi[9] e ssenza tanti...
Abbasta, so bbe’ io cosa me dico.

  Sì, er zan Giuvanni,[10] sì: ma ssai che ssanti[11]
Che ssemo noi? Dunque nun zerve un fico
Che mme te bbutti co’ le man’avanti.[12]

3 gennaio 1837

  1. Succedere.
  2. Storcere, masticare, fare mal viso, brusca cera.
  3. Pronunzia la o stretta.
  4. Vorrei.
  5. Se.
  6. Ci andasse.
  7. Scuse magre, affettata semplicità.
  8. Si può essere.
  9. Ronneggi, giri in volta.
  10. Il san Giovanni: il comparatico.
  11. “Semplici„, in senso ironico.
  12. Buttarsi colle mani avanti per non cadere indietro: proverbio che vale: “addurre scuse troppo sollecite e inopportune.„
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