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42 | Sonetti del 1837 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sonetti romaneschi V.djvu{{padleft:52|3|0]]
ER CARNOVALE DER 37.
1.
Oggi ar fine. per ordine papale,
Cór protesto[1] e la scusa der collèra,
Ma pp’e un’antra[2] raggione un po’ ppiù vvera[3]
Er Governo ha inibbito er carnovale.[4]
Dunque nun c’era d’arifrette[5] ar male
De chi vvenne[6] le mmaschere de scera?
Dunque nun c’era da penzà, nnun c’era,
All’abbiti[7] d’affitto, eh sor piviale?[8]
E nnoàntri[9] che ffamo li confetti,[10]
E ttant’e ttanti che ccampeno un mese
Cór trafico de lochi[11] e mmoccoletti?[12]
Ah! cqui, ppe’ lo scacarccioFonte/commento: Sonetti romaneschi/Correzioni e Aggiunte[13] de sto Santo
Senza viggijja nè llàmpene accese,
Roma, pe ddio, s’ha d’aridùsce[14] un pianto.
20 gennaio 1837
- ↑ Pretesto.
- ↑ Altra.
- ↑ I timori indomabili di Sua Santità. [E che questa fosse la vera ragione, lo confessa un giudice non sospetto, il Coppi. Cfr. la nota 1 del sonetto: Li moccoletti ecc. (1), 8 febb. 37. In genere poi, anche il Gualterio dice che Gregorio XVI era "diffidente e pauroso all'eccesso., Op. cit., vol. I, pag. 182.]
- ↑ [Veramente, come è etto anche nel sonetto precedente, il Governo proibi le maschere. Ma era lo stesso che proibire il carnevale addirittura.]
- ↑ Da riflettere.
- ↑ Vende.
- ↑ Abiti [da nolo per mascherarsi].
- ↑ Si parla a Nostro Signore.
- ↑ Noi altri.
- ↑ Facciamo [i confetti di gesso, i confettacci].
- ↑ [Detto cosi assolutamente, significa: "luoghi adatti a godere lo spettacolo del carnovale.„ E coloro che li vendono, gridano appunto: Chi vvò lochi?&rbrack:
- ↑ [V. la sopra citata nota 1 del sonetto: Li moccoletti ecc. (1), 8 febb. 37.]
- ↑ Timidità.
- ↑ Da ridurre.