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Sonetti del 1837 | 61 |
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CHI LA FA, L'ASPETTA[1]
[1.]
“Scusateme, sape’,[2] ssora Nunziata:
V’appunto una parola e scappo via.„
“Commannateme, sora Nastasia.„
“Dite un po’: cquanno fate la bbucata?„[3]
“Nun vedete? è ggià bbell’e ppreparata
La callàra[4] pe’ bbulle[5] la lesscìa.„[6]
“Dico perchè cciò[7] un po’ de bbiancheria...
Volemo fàlla tutta una tuttata?.„[8]
“Volentieri; ma... è ppiena la tinozza...
Anzi fàtem’annà[9] ssinnò[10] la robba
Pijja troppo de covo[11] e mme s’incozza.„[12]
“Ho ccapito. Ma ggià cquesto succede
A cchi ggratta le schine co’ la gobba.[13]
Abbasta, chi nun more s’arivede.„[14]
22 febbraio 1837
- ↑ Vedi il seguente.
- ↑ Sapete.
- ↑ Il bucato.
- ↑ Caldaia.
- ↑ Per bollire, in significazione attiva.
- ↑ La lisciva.
- ↑ Ci ho: ho.
- ↑ Vogliamo fare tutto un insieme?
- ↑ Fatemi andare.
- ↑ Altrimenti.
- ↑ Piglia di covo, cioè: “acquista mal odore per lo stagnar soverchio del liquido.
- ↑ Le sozzure la penetrano.
- ↑ A chi blandisce i maligni.
- ↑ Proverbio.
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