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62 Sonetti del 1837

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LE MONTAGGNE NUN Z'INCONTRENO[1]

[2.]

  Eh sora Nastasia. — Cosa ve dole? —
Inzomma? eh sora Nastasia! — Che vv’essce? —
Presto, chè vv’ho da dì cquattro parole. —
A nnoi, sentimo cosa sò ste pressce.[2]

  Me fate mette[3] du’ matasse ar zole? —
Magara,[4] bbella mia; ma mm’arincressce
Ch’er tetto serv’a mmé. — Vvia, sò[5] ddua sole.... —
Sì, un po’ ppiù in là: cquanno la luna cressce. —

  Ma ssapete che ssete[6] una cosaccia? —
Tirate er fiato a vvoi:[7] ggiucate er zei.[8]
Sì, una scontenta,[9] e vve lo dico in faccia. —

  Nun z’aricorda ppiù de quel’affare?
Quer che llei fesce a nnoi noi famo[10] a llei.
Oggni nodo viè ar pettine,[11] commare.

22 febbraio 1837

'

  1. Le montagne non s’incontrano: proverbio. Vedi il sonetto precedente.
  2. [Prescia: fretta.]
  3. Mi fate mettere.
  4. Magari.
  5. Sono.
  6. Siete.
  7. Ritorcete su voi l’ingiuria.
  8. Giuocate il sei, cioè sei tu ciò che dici a me.
  9. Discortese.
  10. Facciamo.
  11. Proverbio.
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