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68 Sonetti del 1837

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LI GATTI DELL'APPIGGIONANTE

  Ma ddavero davero, eh sora Nina,[1]
Nun volemo finìlla co’ sti gatti?
Jerzera me sfassciorno quattro piatti:
Oggi m’hanno scocciato una terrina.[2]

  Uno me te[3] dà addosso a la gallina:
L’antro[4] me[5] sporca li letti arifatti...
E oggnisempre bbisoggna che commatti[6]
A ccaccialli a scopate da cuscina.[7]

  Ecco, er pupo[8] oggi ha er gruggno sgraffiggnato.[9]
E pperchè ho da soffrì ttutti sti guasti?
P’er vostro luscernario[10] spalancato?

  Quanno le cose sò ddette una, dua,
Tre e cquattro vorte, me pare c’abbasti.
Lei se tienghi[11] li gatti a ccasa sua.

27 febbraio 1837

  1. Caterina.
  2. Zuppiera.
  3. Mi ti.
  4. L’altro.
  5. Mi.
  6. Che io combatta: che mi affanni.
  7. Cucina.
  8. Il bambino.
  9. Graffiato.
  10. Abbaino.
  11. Si tenga.
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