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Sonetti del 1837 77

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LE PIGGIONANTE SUSSURRONE

  “Dico, ditem’un po’, ssora commare,
Ch’è ssuccesso cquassù? ffate la ggiostra?„
“Sora minchiona, stamo a ccasa nostra
E vvolémo zzompà[1] cquanto sce pare.„

  “Ma inzomma cqui da noi pe’ ccausa vostra
Viè ggiù er zolaro.„ “Povere somare!,
Ji fa mmale ir rimore!.„[2] “E ste caggnare,
Dico, in che ddànno,[3] sora bbrutta mostra?„[4]

  “Drento a sti muri cqui ssemo padrone
De stà alegre e ggodé ccome sciaggarba.[5]
Pagàmo, casomai, bbona piggione.„

  “Bbe’, bbe’, ddomani ve farà la lègge
Er Presidente....„[6] “E cce darà de bbarba.
Uggnuno ha er zanto suo che lo protegge.„[7]

4 marzo 1837

  1. Saltare.
  2. Affettato civilismo di discorso in modo di sarcasmo. Ji fa mmale ir rimore. Altrimenti avrebbe detto Je fa mmale er rumore, o anche er rimore.
  3. Dànno, dal verbo dare: “cosa significano queste cagnare?.„
  4. Femminino di mostro.
  5. Ci aggarba.
  6. Presidente di polizia del rione.
  7. Modo proverbiale.
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