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Sonetti del 1837 | 83 |
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ER CONTO DE LE POSATE
Eccole tutte cqui nne la sarvietta
Come l’ho ttrove.[1] Io doppo sparecchiato
C’ho aripassato er conto, ho aripassato,
Ciamancava[2] un cucchiaro e una forchetta.
E llei crede a Lluscìa? Si sta sciovetta
Bbutta la bbroda[3] addoss’a mmé ha sbajjato.
Ma ggneente:[4] io nun capisco; io nun zò[5] stato,
E nnun vojjo abbozzacce[6] una saetta.[7]
Sta faccenna sarà ccome sto lujjo
Che ssuccesse l’affare der grisolito
Der padrone, e cce fu cquer battibbujjo.[8]
De quello puro[9] ggià sta bbona pezza[10]
Dava la colpa[11] a mmé ssiconn’er zolito,
Eppoi s’aritrovò ffra la monnezza.[12]
6 marzo 1837
- ↑ Trovate.
- ↑ Ci mancava.
- ↑ Getta la colpa.
- ↑ Niente. Vi si son poste due e onde insinuare il modo della pronunzia, che in questa occasione deve prolungare la e quasi fosse doppia.
- ↑ Non sono.
- ↑ Non voglio abbozzarci, cioè: “tacermivi, tollerare.„
- ↑ Affatto, per nulla.
- ↑ Altercazione clamorosa.
- ↑ Pure.
- ↑ Cattivo suggetto.
- ↑ Colpa.
- ↑ Immondezza.
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