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120 | Sonetti del 1832 |
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LA SCIRCONCISIONE DER ZIGNORE
Sette ggiorni e un po’ ppiù ddoppo de cuello
Che ccór fieno e li scenci inzino ar gozzo
La Madonna tra un bove e un zomarello
Partorì er bon Gesù ppeggio d’un mozzo;
Er padre sputativo[1] poverello
Pijjò in braccio er bambino cór zangozzo;[2]
E annorno ar tempio a fajje fà a l’uscello
Er tajjo d’un tantin de scinicozzo.[3]
Eppoi doppo trent’anni fu pe’ mmano
De San Giuvanni bbattezzat’a sguazzo
In cuer tevere[4] granne der giordano.
In cuanto a cquesto è vvero ch’er regazzo
Venne a la fede e sse fesce cristiano:
Ma le ggirelle[5] io nu le stimo un cazzo.
12 gennaio 1832 - De Pepp’er tosto
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