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Sonetti del 1831 121

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LA NUNZIATA.

  Ner mentre che la Verginemmaria
Se magnava un piattino de minestra,
L’Angiolo Grabbïello via via
Vieniva com’un zasso de bbalestra.

  Per un vetro sfasciato de finestra
J’entrò in casa er curiero der Messia;
E cco un gijjo a mman dritta de man destra[1]
Prima je rescitò ’na vemmaria.

  Poi disse a la Madonna: “Sora spósa,[2]
Séte gravida lei senza sapello,
Pe’ ppremission de Ddio, da Ppascua-rosa.„[3]

  Lei allora arispose ar Grabbïello:
“Come po’ ésse mai sta simir cosa,
S’io nun zo mmanco cosa sia l’u......?.„

12 gennaio 1832

  1. [Veramente, l’autografo dice: E co’ ’na rama immano de ginestra; ma la variante si trova in uno di quei foglietti a parte, che ho già avuto occasione di ricordare, e che l’autore conservava in una sopraccarta, sulla quale aveva scritto: Varianti e note per alcuni sonetti già fatti e ricopiati.]
  2. Colla o stretta, come amorósa ecc.
  3. “La Pentecoste„, detta a Roma Pasqua Rosa.
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