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Sonetti del 1832 137

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ER PAPA.

  Bisogna dì ch’er Papa cuanno è Ppapa
Diventi granne peggio d’un colosso,
Ch’ogni pelo je creschi come un osso,
E abbi ogn’occhio più ggranne d’una rapa.

  Bisoggna dì ch’er sagro culo grosso
Ne li carzoni vecchi nun je capa, E cche l’u...... je s’abbòtti[1] addosso
Come la pelle gonfia d’una crapa.[2]

  Perché a Ccaster-Gandorfo[3] a mman’a mmano
papa Grigorio indegnamente[4] ha ddetto
A ttutto-cuanto er popolo romano,

  Che cquanno torna a Rroma, poveretto,
Vò annà abbità a Ssampietro in Vaticano,[5]
Perché a Mmonte-cavallo[5] ce sta stretto.

Terni, 6 novembre 1832

  1. [Gli si gonfi.]
  2. Capra. [Allora, più assai che adesso, si usava trasportar l’olio dentro codeste pelli.]
  3. Castel-Gandolfo, terra contigua a Roma, ove è la villeggiatura de’ Papi.
  4. [“Espressione ironica di tal quale umiltà, di cui si fa molto uso.„ Così, altrove, lo stesso Belli.]
  5. 1 2 I due palazzi pontifici, attualmente abitabili, sono quelli del Vaticano e del Quirinale, detto Monte-Cavallo.
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