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Sonetti del 1832 141

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UN INDOVINARELLO.[1]

  Sori dottori, chi ssa ddimme[2] prima
Come se chiama chi ggoverna er monno?
Cuello che mmanna tanta ggente in cima,
Cuello che mmanna tanta ggente in fonno?

  Er Papa? er Re? De c...i, io ve risponno:
SÉte cojjoni, e vve lo dico in rima.
Er pelo e er priffe[3] è cquer che ppiù se stima,
Pe’ cquanto è llargo e llóngo er mappamonno.

  Er priffe e ’r pelo so’ ddu’ cose uguale,
Der pelo e ’r priffe so’ ttutti l’inchini,
P’er priffe e ’r pelo se fa er bene e ’r male.

  E una cosa dell’antra è tanta amica
Cuanto la fi.. tira li cudrini,[4]
E li cudrini tireno la fi.. .[5]

Terni, 8 novembre 1832

  1. [Un indovinello.]
  2. [Dirmi.]
  3. [Il danaro.]
  4. [I quattrini.]
  5. [Tira più un pelo, che un par de bbovi. Proverbio romano e umbro. — Dio è trino in cielo e quattrino în terra. Proverbio umbro.]
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