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Sonetti del 1832 149

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LI SPIRITI.

3.

  Tu cconoschi la mojje de Fichetto:
Bbe’, llei ggiura e spergiura ch’er zu’ nonno,
Stanno una notte tra la vejj’e ’r zonno,
4Se sentì ffà un zospiro accapalletto.[1]

  Arzò la testa, e nne sentì un siconno.
Allora lui, cór fiato ch’ebbe in petto,
Strillò: “Spirito bbono o mmaledetto,
8Di’, da parte de Ddio, che ccerchi ar monno?„

  Disce: “Io mill’anni addietro era Bbadessa,
E in sto logo che stava er dormitorio
11Cór un cetrolo[2] me sfonnai la f.... .

  Da’ un scudo ar piggionante,[3] a ddon Libborio,
Pe’ ffamme li sorcismi[4] e ddì una messa,
14Si mme vòi libberà ddar purgatorio.„

Roma, 17 novembre 1832.


  1. A capo al letto.
  2. “Cetriuolo„ o “citriuolo„.
  3. [Pigionale, casigliano.]
  4. Gli esorcismi.
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