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180 Sonetti del 1832

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L'OTTO DE DESCEMMRE

  Per oggi, Cuccio[1] mio, nun sfutticchiamo:[2]
Nun sfutticchiamo, no, ffàmo orazzione.
Nun zai oggi che ffesta scelebbramo?
La santa e immacolata Concezzione.

  Doveressi capì che cquanno Adamo
Nun zeppe superà la tentazzione,
E sse maggnò cquer frutto de cuer ramo,
Su in paradiso se serrò pportone.

  Sin da cuer giorno la madre natura
Nun poté llavorà ffor de condanna
Manco, se viè ppe’ ddì, mmezza cratura.

  E ttra l’uscelli e ssorche ch’Iddio manna,
Nun fu assente[3] arcun’antra futtitura
Che dde san Giuvacchino e dde sant’Anna.


Roma, 13 dicembre 1832

  1. Accorciativo di Domenicuccio.
  2. Il senso dello sfotticchiare qui s’intende qual è. I volgari lo adoperano però ancora per esprimere un’azione non bene determinata e di dubbio successo. Per esempio: Che tte sfutticchi?
  3. Esente.
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