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238 Sonetti del 1833

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ER CURATO.

  Ch’edè[1] er Curato? È un pezzo de carnaccia
Co nnove bbusci[2] messi in zimmetria.
Li primi dua je serveno de spia
Pe’ ssapé ddove ha da slongà lle bbraccia.

  Dua più ssotto, poi fà cquer che sse sia,[3]
Che ttanto a ccasa tua lui sce li caccia.
Dua sò uperti a cchi jj’empie la pilaccia,[4]
E un antro[5] è ppe’ pportà la carestia.

  L’ottavo, nero nero e ffonno fonno,
Sta llì ammannito per rriempì ’ggni tanto
De puzza-e-vvento e dde rimore[6] er Monno.

  E ll’urtim’è ppe’ ffà vvienì le dojje,
Sempre in vertù de lo Spiritossanto,
Drento a la panza de le nostre mojje.

13 novembre 1833

  1. Che è.
  2. Buchi.
  3. Puoi fare quel che si sia.
  4. A chi gli empie la borsa.
  5. Altro.
  6. Romore.
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