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Sonetti del 1834 241

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LA ZITELLA.

  Sete[1] zitella, sì: ccome ve[2] pare:
Zitella, zitelluccia, zitellona:
Deggna inzomma de stà ssopr’a l’artare
Co ssanta Margherita da Cortona.

  Peccato che la luna in mezz’ar mare
Quarche mmese nun essce, e vve cojjona;[3]
E cche spesso, a Ssaspirito, er compare
Curre a una rota, mette drento, e ssòna.

  Der rimanente ve se[4] vede in faccia
Che vvoi sete zitella a bbocc’uperta[5]
A un dipresso in zur gusto de Santaccia.[6]

  E ffussivo magara[7] puttanella,
Nun avenno[8] marito è ccosa scerta
Che v’hanno da chiamà ssempre zitella.

8 gennaio 1834

  1. Siete.
  2. Vi.
  3. Vi tradisce.
  4. Vi si.
  5. Volendo schernire una donzella non creduta vergine, le si dice in Roma zitella spalancando la bocca nel profferire l’a. Ciò abbiamo inteso di rappresentare qui sopra nel titolo del sonetto.
  6. Famosa meretrice di trivio, della quale vedi il Son...
  7. E foste magari.
  8. Non avendo.
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