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Sonetti del 1830 17

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LA PERACOTTARA

  Sto a ffà la caccia, caso che mmommone[1]
Passassi[2] pe’ dde cqua cquela pasciocca,[3]
Che va strillanno co’ ttanta de bbocca:
Sò ccanniti le pera cotte bbone.[4]

  Ché la vorìa[5] schiaffà[6] ddrento a ’n portone
E ppo’ ingrufalla[7] indove tocca, tocca;
Sibbè che[8] mm’abbi ditto Delarocca,[9]
C’ho la pulenta[10] e mmó mme viè un tincone.

  Lei l’attaccò ll’antr’anno a ccinqu’o ssei?
Dunque che cc’è dde male si cquest’anno
Se trova puro[11] chi ll’attacca a llei?

  Le cose de sto monno accusì vvanno.
Chi ccasca casca: si cce sei sce sei.[12]
Alegria! chi sse[13] scortica su’ danno.


Roma, 14 settembre 1830

  1. Caso mai or ora.
  2. Passasse.
  3. Paciocca: bella donna giovane e piuttosto ritondetta.
  4. Sono canditi etc.: grido de’ venditori di pere cotte al forno, i quali girano nelle ore più calde della stagione estiva, dette perciò a Roma: l’ore de peracottari.
  5. Vorrei.
  6. Cacciare.
  7. Ingrufarla: parola oscena.
  8. Benchè.
  9. Professor chirurgo, oggi morto.
  10. Gonorrea.
  11. Si trova pure.
  12. Se ci sei, ci sei.
  13. Chi si, ecc.
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