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Sonetti del 1834 267

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ER CURATO BBUFFO.

  Quer mi’ curato ha sta manìa curiosa
Che in tutto vò fficcà la riliggione.
La mette a ppranzo, a ccena, a ccolazzione,
Ner camminà, nner ride,[1] in oggni cosa.

  Arriva ar punto sto prete bbuffone,
Che cquanno a ccarnovale io sposai Rosa
Me disse ch’er cunzumo[2] de la sposa
S’aveva da pijjà cco ddivozzione.

  Io?! Co la furia che mm’intese ssciojje[3]
Me je bbuttai addosso a ccorpo morto
Senza manco penzà che mm’era mojje.

  Sarebbe er madrimonio un ber[4] conforto,
Quanno er cacciasse[5] quer tantin de vojje
Sce diventassi[6] un’Orazzione all’Orto!

23 dicembre 1834

  1. Nel ridere.
  2. Il consumo.
  3. Mi sentii sciogliere.
  4. Bel.
  5. Il cacciarsi.
  6. Ci diventasse.
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