< Pagina:Sonetti romaneschi VI.djvu
Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta.

Sonetti del 1834 271

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sonetti romaneschi VI.djvu{{padleft:281|3|0]]

IN VINO VERIBUS.

  Senti questa ch’è nnova. Oggi er curato
Ch’è vvenuto ar rifresco der battesimo,
Doppo unisci bbicchieri, ar dodiscesimo
Ch’er cervello je s’era ariscallato,

  Ha ddetto: «Oh ccazzo! A un prete, perch’è nnato
In latino, è ppermesso er puttanesimo,
E ll’ammojjasse nò! Cquello medesimo
Che ppe’ un Grego è vvertù, ppe’ mmé è ppeccato!».

  E sseguitava a ddì: «Cchi mme lo spiega
St’indovinello cqua? cchi lo pò ssciojje?
Nemmanco san Giuseppe co’ la sega.

  Cosa sc’entra er parlà cquanno se[1] frega?
Che ddiferenza sc’è rriguardo a mmojje
Da la freggna latina a cquella grega?».

3 aprile 1835

  1. Se.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.