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280 Sonetti del 1835

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A VVOI DE SOTTO

  S’aricconta c’un frate zzoccolante,
Grasso ppiù der compar de sant’Antonio,
Ner concrude[1] una predica incarzante
Sull’obbrighi der zanto madrimonio,

  Staccò er Cristo dar pùrpito, e ggronnante
De sudore strillò ccom’un demonio:
«Eccolo, e vve lo dico a ttutte quante,
Eccolo su sta crosce er tistimonio.

  Io mó lo tiro in testa inviperito
A cchi ss’è ppresa er ber gusto, s’è ppresa,
De temperà ppiù ppenne a ssu’ marito».

  A cquell’atto der frate ’ggni miggnotta...
’Ggni donna, vorzi dì,[2] cche stava in chiesa,
Arzò le mano[3] pe’ pparà la bbotta.

23 dicembre 1837

  1. Non concludere.
  2. Volli dire.
  3. Le mani.
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