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282 | Sonetti del 1838 |
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LA GOVERNANTE DER GOVERNATORE.[1]
Bbrava, evviva la sora Micchelina
Co’ l’armata de tutte le miggnotte!
Facci de grazzia,[2] eh lei: dico, stanotte
4S’è inzoggnata mai-mai d’èsse reggina?[3]
Ma ssa cche jj’ho da dì? Ttiengo una bbotte
de me-ne-frego-tanto ggiù in cantina;
e cqui ar commanno mio sciò[4] stammatina
8’Na saccocciata de vatt’-a-fà-fótte.[5]
Vò ir rispetto! je pijja[6] ’na tropèa![7]
E mme fa spesce[8] a mmé de Monziggnore,
11Che ccavarca[9] sta razza de chinea.
Me fate caccià vvia? Sai che ddolore!
Tanto[10] che ffrutta ppiù la riverèa[11]
14Cuanno che nun è ppiù Ggovernatore?[12]
28 gennaio 1838. |
- ↑ Monsignor Ciacchi. Nei versi si fa parlare Paolo, il di lui cocchiere.
- ↑ Faccia grazia.
- ↑ Sarebbesi forse sognata d’essere regina?
- ↑ Ci ho, per semplicemente “ho.„
- ↑ Precise parole di Paolo.
- ↑ Gli pigli, per “le pigli, la colpisca, ecc.„
- ↑ [Tropèa, nel senso proprio, è un temporale improvviso che sopravviene in estate dopo una lunga serie di belle giornate. Nel metaforico, è “una sbornia di quelle che non fanno trovar più la strada per tornare a casa.„]
- ↑ Mi fa specie, [maraviglia].
- ↑ Cavalca.
- ↑ Perchè poi finalmente.
- ↑ [Livrea. Ci annettono l’idea di riverire.]
- ↑ Avvisato per la porpora al prossimo concistoro, dell’8 febbraio 1838. [Che però si tenne il giorno 12, e il Ciacchi vi fu realmente pubblicato cardinale, lasciando così il posto di Governatore di Roma e Direttor generale di polizia di tutto lo Stato: posto che era una vera cuccagna per i servitori.]
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