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300 Sonetti del 1847

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ER ZAMPIETRINO NÏOBBE[1]

  Era un pezzo, ma un pezzo assai lontano
Ch’io fascevo la caccia a una regazza
Giù ppe’ li colonnati, pe’ la piazza,
Pe’ le logge, pe’ ttutto er Vatigano.

  E ddiscevo tra mmé: “Sò un gran gabbiano!
Sta strega me cojjona, me strapazza...„
Quanto jjeri ecco un panno che svolazza,
E mme vedo fà un zegno da una mano.

  È Llei! Appizzo[2] allora sott’ar portico,
Da la parte che gguarda Bborgo Novo,
Pe’ ccombinà l’affare de lo scòrtico.

  Ma cquanno sò a la porta de San Pietro...
C....! è un Domenicano! e mm’aritrovo
Cor una man’avanti e un’antra dietro.

29 gennaio 1847

  1. [Il sampietrino miope. I sampietrini sono come una corporazione d’operai d’ogni specie, addetti alla custodia e alla conservzione della Basilica Vaticana, da cui ricevono uno stipendio e un’uniforme. Venti di essi son fissi, gli altri soprannumerari.]
  2. [Imbocco, entro.]
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