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Sonetti italiani 365

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PARAGRAFO DI VECCHIA LETTERA
DI UFFICIO.[1]

  Ed avendo il medémo bariggello,
Conforme dal Marchese sullodato
Gli era stato ordinato, diramato
Detta squadra alle fosse del castello,

  Per cui, qualora il ladro precitato
Non era già sortito dal cancello,
Non poteva più evadere da quello,
Mediante ch’era chiuso e ben guardato;

  Potè poi come sopra aver la sorte
Far sì che il ripetuto malfattore
Venisse a rimaner dentro alle porte;

  E perciò lo trovò, gli levò il quadro,
Lo legò, lo portò dal superiore,
E andò in galera (vale a dire il ladro).

26 novembre 1842.

  1. [Dalle Poesie inedite; Roma, Salviucci, 1865-66; vol. I, pag. 12.] Letto ai Tiberini nell’accademia solenne del 10 dicembre 1843. — Ripetuto ai medesimi il 26 maggio 1851. — Datane copia al signor Alessandro Delfini il 5 giugno 1851.
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