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Sonetti italiani 367

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LA PROFICUA LETTURA.[1]

  Un baron, che di tutto ha qualche lume
Dal tresette-scoperto all’equinozio,
E, come de’ suoi pari è bel costume,
Suol leggere talor per rabbia d’ozio,

  Comprò al Foro Agonale (e si presume
Che facesse bonissimo negozio)
Dodici copie del terzo volume
D’un comento sull’opere di Grozio.

  Un po’ quindi per giorno e senza fretta
Le scorse il valentuomo, e tirò innante
Fin che ciascuna non ne avesse letta.

  Finite che poi l’ebbe tutte quante,
Disse a un marchese amico suo: “Lunghetta,
Ma una storia davvero interessante.„

6 dicembre 1842.

  1. [Dalle cit. Poesie inedite; vol. I, pag. 14.] Letto a’ Tiberini nell’accademia solenne del 10 dicembre 1843. — Item nella privata adunanza del 26 sett. 1853.
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