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Sonetti italiani 371

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BIGLIETTO DI GENTIL DONNA.[1]

  Carro Signior Gusepe Govacino.
Cassa adì 26. Mi facco arrdita
Man dargli la mia dona Margerita
La tricie dell’ presete bigletino

  Per dirgli che mio sociero linvita
Sè per domani all’ gorno all’ suo gardino
Che sapre il gocolissco[2] onde un pocino
Dì vertirsi hà gocare una parrtita.

  Doppo sì gofierano due paloni
Epoi sì ciuderà con un flasceto
Cuatro fici è un arosto di picconi.

  Voglo sperare dì vederla. Intato
Cuesta sera hà Argientina[3] non laspeto
Perche so che devesere impiccato.

5 luglio 1845.

  1. [Dalle cit. Poesie inedite; vol. I, pag. 27. — Per gustarlo, bisogna rammentarsi della proverbiale ignoranza delle signore romane di quel tempo.] Pubblicato nella Rivista di Roma, num. 17, anno XIV, 20 aprile 1847. — Detto nell’adunanza ordinaria de’ Tiberini il 21 nov. 1851. — A di .... ottobre 1852, dato per la strenna del signor Regli, pel 1853 (Torino).
  2. [Gioco-liscio: il gioco alle bocce.]
  3. [Argentina: teatro di Roma.]
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