< Pagina:Sonetti romaneschi VI.djvu
Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta.
48 Sonetti del 1831

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sonetti romaneschi VI.djvu{{padleft:58|3|0]]

LA SCOLAZZIONE

  Hai la pulenta? Ebbè? ggnente de male:
Eh a sta robba co tté mme sce la stiggno:[1]
Eppuro, quanno viè lo sbarzo,[2] intiggno,[3]
Ciavessi d’aricurre a lo spedale.

  Senti, và a nnome mio da lo spezziale
De facciata[4] ar canton de Torzanguiggno,[5]
E fàtte dà[6] un po’ d’acqua de grespiggno
Stillata[7] cor un pizzico de sale.

  Tu ppijjela a ddiggiuno domatina
Ammalappena che tte sei svejjato:
Pijjela, e vederai che mmediscina!

  Poi maggna puro,[8] e ddoppo avé mmaggnato
Bbévete[9] la tu’ bbrava fujjettina,
Abbasta[10] che nun zii[11] vino annacquato.

Morrovalle, 22 settembre 1831

  1. Stignarsela con alcuno, vale «vedersela, combattersela».
  2. Sbalzo: occasione proprizia.
  3. Da intiggne (intingere), non da intiggnà (ostinarsi), altro verbo romanesco.
  4. Incontro.
  5. Tor Sanguigna: nome di una torre e della piazza in cui sorge.
  6. Fatti dare.
  7. Distillata.
  8. Pure.
  9. Beviti.
  10. Purché.
  11. Non sia.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.