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56 Sonetti del 1831

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 Séte voi che a ppiggione
Tienete lassù a Ttermini er palazzo[1]
Dove s’appoggia[2] e nun ze spenne un c....?

 Quer landào[3] pavonazzo,
È rrobba crompa[4] in Ghetto, oppuramente[5]
Scarti de Monziggnor Viscereggente?[6]

 Un acciccì ccór dente,[7]
Sor ricacchio[8] de fijja de p......,
Lo mettete ar cammino a la bbefana?[9]

 Quella porca mammana[10]
V’avessi ssciorto subbito er bellicolo,
Camperéssivo mo ssenza pericolo

 D’avé l’abbiffa[11] ar vicolo
De li tozzi,[12] e d’annà, ppe’ ppiù ccordojjo,
A sbatte er borzellino in Campidojjo.[13]

 Co’ ssale, asceto e ojjo,
Fateve un’inzalata de cazzocchi,[14]
Che vve pònno costà ppochi bbajocchi.

 So’ rradiche pell’occhi,[15]
Che ccór un po’ de fréghete[16] suffritto
Fanno abbozzà[17] er cristiano[18] a stasse[19] zitto.

 Dico, eh sor Cacaritto,
Si vve bbattessi mai la bbainetta,[20]
Volete che ve manni una sarvietta?[21]

 La povera ciovetta,
Quanno annerete poi da monziggnore,[22]
V’ariccommanna de cacàvve er core.

Morrovalle, 27 settembre 1831.

  1. Istituto di carità alle Terme Diocleziane.
  2. Appoggiare, in senso neutro: "darsi a spese altrui.„
  3. Vestito. [Dicono anche landàvo. E il vocabolo, come avverte altrove lo stesso Belli, è preso dal landau, landò, specie di vettura.]
  4. Comperata.
  5. O pure.
  6. Vicegerente.
  7. Un accidente
  8. Germoglio.
  9. Si usa di esporre al camino della casa i denti che cadono a’ bambini, onde la Befana vi sostituisca qualche moneta
  10. [Levatrice.]
  11. [L’abbiffa o la biffa: i sigilli legali, che si mettono per sequestri e altro. Biffà: mettere i sigilli.]
  12. Gola.
  13. In Campidoglio sono le carceri dei debitori, i quali dalle inferriate sporgono alcune borsette all’estremità di una canna per avere elemosina da chi passa.
  14. Ironia di mazzocchi. Un c.... vuol dir "nulla.
  15. Dicesi che il nulla è buono per gli occhi. [Er gnente è bbono pe' ll'occhi. Proverbio che, secondo il Belli (V. la nota 10 del sonetto: Un pezzo ecc., 20 genn. 35), sarebbe nato dal nome di nihil album che fin da tempi antichissimi si dà al protossido di zinco, usato nelle oftalmie. Ma essendo diffusissima, almeno nell'Umbria e a Roma, l'opinione che davvero il meglio da farsi nelle malattie degli occhi sia di non farci niente: opinione che oggi è un pregiudizio, ma che un tempo dovette essere effetto di una giustificata diffidenza; è probabile che da questa opinione il proverbio abbia avuto origine.]
  16. Alteramento malizioso del vocabolo fegato.
  17. Cagliare.
  18. L’uomo.
  19. Starsi.
  20. [Se mai aveste appetito.]
  21. Equivoco romanesco di saetta.
  22. Sinonimo ironico di cesso.
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