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64 Sonetti del 1831

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ER ZÌFFETE[1]

  Cuanto sarìa mejjo pe’ vvoi, sor tappo,[2]
D’ariscode le vostre[3] e pportà via:
O mommò li cojjoni io ve l’acchiappo
Pe’ llevamme ’na bbella fantasia.

  Che vvolete ggiucà che vve li strappo,
E cce fo un fritto de cojjoneria?
E ddoppo, tela, gamme in collo,[4] e scappo
E vve li vado a rricrompà[5] in Turchia.

  Ma ggià, che sserve de bbuttà sta spesa,
Cuanno sc’è mmodo e verso d’aggiustalla,
Senza arrischiavve a cantà er grolia in chiesa?

  Ché o vve se vienghi a rrifilà[6] una palla,
O ttutt’e ddua, nun ze pò favve offesa,
Tanto[7] è una marcanzìa tutta la bballa.


Terni, 1 ottobre 1831

  1. Taglio risoluto.
  2. Uomo di bassa statura.
  3. Di riscuotere le vostre busse.
  4. Tela e gambe in collo, vale: fuggire.
  5. Ricomperare.
  6. Rifilare, non da nuovamente filare, ma da sottrarre, ecc.
  7. Tanto, qui vale: poichè, ad ogni modo.
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