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viii de la bestia trionfante

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Spaccio de la bestia trionfante 1863.djvu{{padleft:8|3|0]]pontefice romano ad una bestia feroce ed astuta; per conseguente lo Spaccio della bestia trionfante non potersi intendere che della distruzione del papa e della chiesa cattolica.» Questo era un dimenticare che il libro era stato composto, letto, forse stampato nel palazzo del sig. de Mauvissière, cattolico fedele, e dichiarato, che non avrebbe mai protetto un aperto nemico della fede cristiana, l’autore d’uno scritto visibilmente, fragorosamente diretto contro il Santo Padre; come altresì Filippo Sidney, a cui l’opera era intitolata, non avrebbe dato la sua amistà ad un ateo, o accettato la dedica d’un panegirico dell’irreligione.

Rammentiamo dunque che questo titolo tante volte e sì male interpretato è polisenso come il libro che esso riassume. Nel senso proprio si tratta della bestia[1], vale a dire degli animali che la mitologia e l’astronomia antica hanno messi in cielo; nel figurato si tratta della superstizione, vale a dire delle credenze popolari, che tengono gli astri influire nei destini e nelle volontà degli uomini[2]. La bestia è detta trionfante, perchè i segni dello zodiaco, e le nozioni d’influenza siderale, col corteggio dei pregiudizj, che vi si riferiscono, erano cose generalmente ammesse. Nè è poi da

  1. Bestia è presa collettivamente per tutto il regno animale; in abstracto per tutta la specie dei bruti.
  2. Bruno rifiuta senza misericordia i sogni astrologici: «Influxus nullus est ex iis quos ingens distantia ab orbe subjecto diremit.» (De Mon., num. et fig. c. 1.)
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