Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
144 | della lega lombarda |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia della Lega Lombarda.djvu{{padleft:150|3|0]]catapulte, di repente si arresero alla logica di quei martellanti[1]. In quel modo ottenuto Federigo la torre, vi piantò sopra una petriera, la quale cominciò a trarre un nembo così denso di sassi sulla sottoposta città, che ne fu danneggiata nelle case e negli uomini. Risposero dalle mura i Milanesi con altra macchina che Sir Raul chiama Onagro, con cui giuocarono così destramente, che fracassato l’ingegno della petriera, spulezzarono dalla torre i Tedeschi[2].
Intanto nella città la fame stringeva, e dai malvagi alimenti e dal putrefarsi de’ cadaveri derivò anche la morìa che si appigliò al popolo di Milano. Ciò dissolveva i corpi, gli animi disfrancava il veder dalle mura l’orribile soqquadro, a cui metteva Federigo le loro campagne. Ardere i rustici casolari, recidere le viti, gli alberi grossi che non si potevano abbattere con un dar di scure decorticare; far fascio, a pastura delle bestie, delle acerbe messi; fare un deserto dell’insubro giardino, ecco le prodezze a cui licenziava Barbarossa que’ suoi barbari. L’inudita devastazione consumò tutto il bel paese, che si stendeva tra il Seprio e la Martesana. Radevico dice che queste ribalderie si commettevano dai Cremonesi e Pavesi nemici a Milano[3]. Il Morena Lodigiano, e tutto cosa di Federigo, afferma, che esso Federigo conduceva quelle infami masnade[4]. Che vi fossero in mezzo anche Italiani non dubito, e per l’odio che portavano a Milano, e per conforto del Barbarossa, il quale come vedremo appresso, era tutto nell’attizzare le municipali nimicizie, non essendo più opportuno mezzo a conservare le sfrenate signorie della divisione de’ sug-